Nella Repubblica Democratica del Congo si concentra tra il 50 e il 70% dell’estrazione del cobalto mondiale.
Questo metallo è essenziale per la creazione di batterie agli ioni di litio, presenti in cellulari, computer, macchine e biciclette elettriche, ed è stato definito “materiale critico” dall’Unione Europea, poiché fondamentale per la transizione energetica: è previsto infatti che la sua domanda crescerà di 5 volte entro il 2030, per arrivare a 15 volte entro il 2050.
Questo però non può e non deve avvenire sacrificando i diritti umani di decine di migliaia di bambini, che nelle miniere del sud est del Paese sono costretti a scavare nelle miniere per l'equivalente di 1 o 2 dollari al giorno, rischiando quotidianamente la salute e la vita.
Le grandi multinazionali dell’Hi-Tech continuano a chiudere un occhio sulla propria filiera: il quadro legislativo vigente, infatti, permette di vendere in Europa prodotti elettronici a batterie contenenti cobalto, presentando semplicemente una lista di fornitori, e non una certificazione indipendente dell’intera filiera.
Una nuova direttiva europea sul dovere di due diligence aziendale è in discussione al Parlamento Europeo, per poi essere negoziata dai Ministri dello sviluppo economico in seno al Consiglio dell'Unione europea. Questa direttiva stabilirà gli standard minimi che ogni Stato Membro dovrà trasporre nella legislazione nazionale.
Abbiamo lanciato una petizione su Change.org per chiedere all'Italia e agli altri Stati Membri dell'Unione Europea controlli puntuali su tutta la filiera del cobalto e l'impegno per una transizione ecologica nel rispetto dei diritti umani.
In particolare, chiediamo:
Conosciamo bene e direttamente la piaga dello sfruttamento dei minori nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo.
A Kolwezi, la capitale mondiale del cobalto, all'inizio del 2022 abbiamo infatti avviato Pamoja, una scuola di emergenza e riabilitazione per recuperare bambini e bambine dalle miniere, restituendo loro i diritti inalienabili all'infanzia e all'istruzione. Tutti i nostri 60 studenti sono infatti ex minatori.
Per garantire la loro frequenza a scuola e impedire che tornino a lavorare in miniera, mettiamo in campo strategie che comprendono attività di sensibilizzazione e distribuzioni di beni di prima necessità alle famiglie, oltre a garantire ogni giorno ai nostri studenti e studentesse la colazione e il pranzo.
Pamoja è il luogo dove finalmente possono tornare a vivere la loro età e a essere semplicemente bambini.