Through our eyes

“Through Our Eyes” è un progetto fotografico a lungo termine partito nel 2019 sull’isola di Samos in Grecia e che ha poi raggiunto anche il nord-ovest della Siria e lo slum di Mathare a Nairobi.

Gli studenti coinvolti finora sono 156 di età compresa tra i 9 e i 17 anni provenienti da diverse parti del mondo tra cui Afghanistan, Siria, Iran, Egitto, Congo, Guinea, Kenya, Ruanda, Burundi, Etiopia, Uganda, Somalia e Sud Sudan. Con “Through Our Eyes”, Still I Rise si fa cassa di risonanza della voce di questi bambini che vengono troppo spesso strumentalizzati o completamente ignorati.

Attraverso gli occhi e quindi attraverso le fotografie realizzate dagli studenti di Still I Rise, ci immergiamo nella loro quotidianità spesso disperata. Vediamo i campi profughi, la guerra e le sue drammatiche conseguenze, capiamo cosa significhi essere ghettizzati in uno slum di lamiera. Eppure vediamo un po’ più da vicino anche il loro percorso di crescita, le speranze, i sogni e le lotte coraggiose per un domani migliore. 
La Fotografia fa parte del percorso educativo dei nostri studenti, il progetto fotografico è stato ideato e realizzato a Samos e Nairobi da Nicoletta Novara, mentre nel nord-ovest della Siria è stato condotto da Mahmoud Faisal. 

Samos

L’aspetto che colpisce di più guardando queste immagini è il fatto che i fotografi non si siano concentrati esclusivamente sugli orrori e le ingiustizie subite nel campo profughi, ma abbiamo cercato la bellezza nell’isola. Negli scatti vediamo il loro luogo preferito in cui fermarsi a pensare, il mare, la natura, una passeggiata con le amiche, un picnic sfruttando l’ombra di un albero per sfuggire alla calura, una ragazza che guida un motorino. Il buio e la luce.

Siria

Tutti i fotografi sono nati con una guerra già in corso o pochi anni prima che la guerra iniziasse. Questo aspetto è dolorosamente chiaro nei loro scatti perché viene rappresentata un’infanzia che non è mai stata tale.
Tramite le didascalie scritte dagli stessi fotografi scopriamo bambini terrorizzati all’idea di dover vivere per sempre in una tenda gelata d’inverno e soffocante d’estate. Bambini a cui manca la propria casa, la propria città, minori costretti a lavorare, ma scopriamo anche le condizioni devastanti in cui versano i campi per sfollati interni. 
Gli scatti dei bambini siriani, quando non possono vedere speranza, vedono poesia, si augurano che la neve caduta dal cielo pulisca quel loro mondo tanto amato quanto difficile da comprendere. 

Kenya

Lo slum con le sua baracche di lamiere, insicure, buie e senza acqua corrente è pur sempre casa. Una casa che può e deve migliorare. Ma come? I nostri studenti e quindi i fotografi che hanno realizzato questi scatti, guardano avanti. L'educazione porterà al loro riscatto sociale, ma il riscatto sociale non riguarda solo loro stessi. Nei sogni dei nostri studenti c’è tutta Mathare, c’è una vita migliore per quelli che oggi vengono chiamati “bambini di strada”, ci sono ospedali all’avanguardia in cui l’accesso alle cure sia consentito a tutti e c’è la costruzione di quartieri che non abbiano più l’aspetto di una baraccopoli. Quartieri in cui le persone continuano però ad aiutarsi e i bambini a giocare in strada. 

"Attraverso i nostri occhi"

 

Il progetto fotografico “Through Our Eyes” è ben presto diventato una mostra fotografica allestita in tantissime città italiane, ma anche in Europa e America. Le mostre sono momenti di riflessione collettiva, di denuncia della violazione dei diritti, dei soprusi, delle mancanze che troppo spesso questi bambini e le loro famiglie subiscono.  
Nel novembre del 2020, la prima parte del progetto, quella contenente le fotografie scattate a Samos è diventata un libro edito da Bur (Rizzoli). Un libro che ha attivato percorsi didattici in tantissime classi in tutta Italia e che ha contribuito a sostenere la scuola di emergenza aperta da Still I Rise nel nord-ovest della Siria.

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